Centro sportivo Fulvio Bernardini
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Trigoria, dipendente della Roma licenziata per video hard: si va in tribunale

A Trigoria scoppia il caso revenge porn: tra lo staff giallorosso è stato diffuso un video ritraente una dipendente dell’AS Roma durante un rapporto sessuale. Il club ha preso subito provvedimenti e ha licenziato la donna per “incompatibilità ambientale”, ma ora la questione potrebbe finire in tribunale.

A raccontare quanto accaduto è Il Fatto Quotidiano, che ha cercato di ricostruire l’episodio. Tutto sembra essere partito da un ragazzo della Primavera, che avrebbe chiesto in prestito il cellulare della dipendente per chiamare il suo procuratore. Il giovane calciatore però, la cui identità non è stata resa nota, non si sarebbe limitato a comporre il numero di telefono ma avrebbe dato uno sguardo alla galleria della 30enne.

Da qui la scoperta del video hot, che il giocatore ha poi condiviso con decine di contatti interni al club giallorosso. Alla scoperta dell’accaduto, la società ha subito indetto una riunione col settore giovanile, e il calciatore avrebbe ammesso tutto scoppiando in lacrime.

Il licenziamento

Dopo aver scovato l’autore del gesto, il club ha provato a tutelarsi: immediato licenziamento della dipendente per “incompatibilità ambientale”. Fa scalpore che la Roma, unica società ad avere come CEO una donna, Lina Souloukou, abbia deciso di non difendere la parte lesa. Senza contare che la 30enne faceva già parte dello staff giallorosso da molto tempo.

In una lettera inviata proprio alla redazione del Fatto Quotidiano, il responsabile legale della Roma, Lorenzo Vitali, ha spiegato la versione della società. “È stato portato all’attenzione un video che inconfondibilmente la ritrae in compimento di atti sessuali. Purtroppo ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale. Da qui la decisione sul licenziamento, per incompatibilità del suo rapporto di lavoro col sereno andamento della società”.

La causa in tribunale

Ora però la vicenda rischia di finire in tribunale. Infatti, l’ex dipendente giallorossa si sarebbe già affidata a un avvocato per iniziare un procedimento legale contro la società. I fatti contestati sarebbero proprio la mancata difesa della donna e, al contrario, l’essersi schierati col giocatore che ha diffuso il video compromettente.

La dipendente avrebbe anche cercato supporto psicologico, appesantendo il carico di danni morali al club romanista. Se non si dovesse trovare un accordo tra le due parti, si finirebbe in tribunale e oltretutto, sul piano penale.

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