Tiago Pinto, ex gm della Roma
Tiago Pinto, ex gm della Roma

Roma, Tiago Pinto: “Lavorare con Mourinho non è facile”

Da un paio di mesi la Roma ha voltato pagina, scegliendo di affidare la panchina a Daniele De Rossi, il quale sta ottenendo risultati importanti. Il neo allenatore ha cambiato completamente il volto di una squadra che, probabilmente, aveva perso fiducia in Mourinho ed era scivolata al nono posto in classifica. Alla fine del mercato di gennaio, poi, è arrivata anche la separazione con Tiago Pinto, che ha parlato per la prima volta da quando ha lasciato Trigoria.

L’ex general manager della Roma, infatti, ha ricordato l’esperienza in giallorosso in una lunga intervista concessa a inews.co.uk: “Ci ho pensato molto prima di lasciare la Roma, ma sentivo che fosse il momento giusto, la fine di un ciclo. Il mio percorso nel calcio è diverso molto diverso da quello della maggior parte delle persone. Ho studiato economica e pedagogia all’università, poi ho gestito cinque club, con rose e culture diverse e, in questo modo, ho imparato tanto. Roma è stata una grande sfida, ma amo correre rischi”.

José Mourinho, ex allenatore della Roma
José Mourinho, ex allenatore della Roma

Il rapporto tra Tiago Pinto e Mourinho a Roma non è sempre stato idilliaco e l’ex general manager portoghese ha rivelato com’è lavorare con lo Special One: “È impegnativo lavorare con un profilo così importante, è esigente perché ha ottenuto tanto. Non dimentichiamo che sono portoghese e ho iniziato a lavorare con lui quando avevo 36 anni. Per un giovane direttore sportivo è impossibile lavorare normalmente con Mourinho, ma ho imparato tanto da lui ed è uno degli allenatori più importanti della storia. La cosa più speciale di Josè è il modo in cui lavora con le persone e la reazione che provoca in loro”.

Roma, Tiago Pinto: “Il FFP non è un ostacolo per il lavoro”

L’esperienza di Tiago Pinto alla Roma è da ritenere positiva, considerando anche le difficoltà avute sul mercato per via del Fair Play Finanziario. Il portoghese ha esprimere la propria opinione proprio sul FFP: “Non lo considero un nemico, è qualcosa che influenza il tuo lavoro, ma non un ostacolo. Per proteggere il business globale del calcio servono regole e sostenibilità. Credo in questi principi perché penso che dobbiamo spendere meno di quanto generiamo. Come direttore sportivo penso che sia un buon punto di partenza e, dunque, non sono contrario”.

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